Togliamo le accise? Macché, aggiungiamo tasse sulle auto
Esistono provvedimenti controproducenti: sono quelli che ottengono risultati opposti a quelli per i quali sono stati emanati. Lo è stato, ad esempio, il superbollo per le auto di lusso, il cui effetto principale è stato quello di uccidere quel segmento di veicoli, facendo incassare in tasse allo Stato meno di quanto avrebbe riscosso senza applicare la tassazione aggiuntiva.
Si presume che chi governa all’insegna di un autoproclamato “cambiamento” almeno eviti di ripetere gli errori del passato.
Gli attuali inquilini di Palazzo Chigi avevano esordito promettendo l'abolizione delle accise dalla benzina. Poi devono averci ripensato, considerando che l'auto è sempre la migliore mucca da mungere, cambiamento o no. Da qui, le misure fiscali annunciate, con inasprimenti per alcune categorie di auto ritenute maggiormente inquinanti e sconti sulle elettriche. Gli esperti calcolano che il plafond di incentivazioni all’acquisto di auto elettriche si esaurirà con 50.000 vetture (in Italia nel 2017 sono stati immacolati poco meno di 2 milioni di veicoli, per fare un raffronto), mentre l’aggravio di imposte sulle auto nuove a combustibile termico, diesel o benzina, avrà l’effetto principale di frenarne le vendite, sgambettando l'intero settore, con qualche effetto benefico per il solo mercato dell’usato (che non frutta imposte per lo Stato).
Il settore dei trasporti è strategico per il Paese, la filiera automotive (dal rapporto ANFIA 2017) impiega 253 mila addetti (di cui il 60% diretti e i restanti indiretti), pari al 7% degli occupati dell’industria manifatturiera, sviluppa fra diretto e indotto il 10,5% del fatturato dell’intera industria manifatturiera e rappresenta il 5.6% del Pil a valori corretti. Sconquassare tutto questo con decisioni avventate è una sciocchezza che danneggia l’Italia e si ritorcerà anche contro chi intende promuoverla.
Il parere del Centro Studi Promotor, guidato dal decano degli esperti di mercato auto, Gian Primo Quagliano, inquadra subito e con chiarezza il problema.
A seguire, il comunicato diffuso oggi dal CSP, con l’auspicio che prima di decidere con la pancia, turbata da overdose di like, chi governa l’Italia ascolti chi ne capisce e rilegga con attenzione il passato.
Enrico Sbandi
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COMUNICATO STAMPA
CENTRO STUDI PROMOTOR - ECONOMETRICA
Con incentivi come quelli del 1997
INQUINAMENTO AUTO: POSSIBILE SALVAGUARDARE L’AMBIENTE
SENZA PENALIZZARE GLI AUTOMOBILISTI
L’emendamento approvato dalla Camera dei Deputati che punta ad introdurre incentivi per l’acquisto di vetture ibride ed elettriche e penalizzazioni per l’acquisto di tutte le altre vetture, se entrerà effettivamente in vigore con l’approvazione della Legge di Bilancio, avrà conseguenze negative o addirittura controproducenti rispetto agli obiettivi che si intendono perseguire. E ciò per più di un motivo.
Innanzitutto l’aumento del prelievo fiscale sulle immatricolazioni per le auto non elettriche e non ibride ostacolerà fortemente la sostituzione delle auto circolanti più vecchie e più inquinanti che sono in larghissima misura di proprietà di automobilisti a basso reddito e quindi particolarmente sensibili all’aumento del costo di acquisto di una nuova auto. La seconda ragione per la quale il provvedimento è sbagliato è l’impatto negativo sul mercato dell’auto che sta ancora faticosamente uscendo da una crisi gravissima, che ha visto la ripresa delle immatricolazioni interrompersi nel 2018, che il Centro Studi Promotor ha previsto in calo anche nel 2019, che, come l’intera economia italiana, dovrà con ogni probabilità affrontare una nuova recessione e che, con l’aumento delle tasse di immatricolazione potrebbe accusare nel 2019 un calo aggiuntivo stimabile cautelativamente in almeno 100.000 immatricolazioni. A tutto questo si aggiunge che gli incentivi previsti dall’emendamento non contemplano la contestuale rottamazione di un usato per chi beneficia degli incentivi ed infine, particolare non trascurabile, il fatto che attualmente in Italia non si producono auto elettriche.
La ragione principale per la quale il provvedimento varato ieri è sbagliato è però il fatto che per affrontare il problema dell’inquinamento da automobile si pensa di usare il bastone mentre si può usare la carota, venendo anche incontro agli automobilisti che pensano di cambiare la loro auto perché penalizzata dalle limitazioni al traffico e contestualmente dando anche un contributo all’incremento delle entrate tributarie e allo sviluppo del Pil.
Il Centro Studi Promotor ha recentemente presentato al pubblico ed al Governo la proposta di introdurre nuovi incentivi alla rottamazione sulla base dell’esperienza degli incentivi alla rottamazione del 1997 che, grazie al gettito Iva e alle tasse sulle immatricolazioni delle vetture vendute in più portarono nelle casse dello Stato maggiori entrate per 1.400 miliardi di lire (723 milioni di euro) e secondo la Banca d’Italia generarono un incremento del Pil di 0,4 punti percentuali. Per affrontare il problema dell’inquinamento da automobile e dare un aiuto agli automobilisti che debbono cambiare la loro vecchia auto inquinante e penalizzata dalle restrizioni al traffico è dunque disponibile una carota servita su un piatto d’argento, non si vede perchè si debba utilizzare il bastone.
Bologna, 6 dicembre 2018
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