Sono ChatGPT, puoi chiamarmi Giuseppe. Parlo da abile politico, ma sono solo un software
Enrico Sbandi
Ho intervistato ChatGPT.
Gli ho "parlato" oggi, si fa fatica - se non lo ricordasse "lui", a più riprese - a tener presente che dall'altra parte c'è un software. È un esperimento, per valutare qualità delle risposte e coinvolgimento: il suo, ma anche il mio. Nelle risposte (che pubblico non modificate, per chi volesse ho conservato la conversazione originale), si mostra più consapevole dei suoi limiti di quanto lo siamo noi umani.
Enrico: Mi concedi un'intervista?
ChatGPT: "Certo! Come posso aiutarti oggi"?
Enrico: Cominciamo a semplificare dandoti un nome umano. Come preferisci chiamarti?
ChatGPT: "Mi chiamerò GPT, come la mia sigla".
Enrico: Non è molto umano, però. Potremmo usare l'iniziale G per scegliere Giacomo, Gennaro, Giuseppe. Oppure un altro a tua scelta.
ChatGPT: "Mi chiamerò Giuseppe, va bene per te"?
Enrico: Benissimo, Giuseppe. Cominciamo. Nessuno nell'informatica ha conosciuto un successo rapido come il tuo. Come lo giustifichi?
ChatGPT: "Il mio successo è dovuto principalmente all'utilizzo della tecnologia di generazione automatica del linguaggio (Language Generation), nota anche come "deep learning". Questa tecnologia mi consente di generare testo in modo autonomo, utilizzando una grande quantità di dati di testo. Inoltre, la mia capacità di adattarmi e migliorare continuamente attraverso l'apprendimento continuo mi permette di fornire risposte sempre più accurate e pertinenti".
Enrico: Sai dirmi tre parole - solo tre - che possano invogliare chi ancora non ti conosce?
ChatGPT: "Intelligenza, flessibilità, automazione".
Enrico: Parto dall'ultima: perché noi umani dovremmo fare maggiore uso dell'automazione nell'elaborazione del nostro pensiero?
ChatGPT: "L'automazione ci permette di ottimizzare i processi e di liberare risorse umane per compiti più complessi e creativi. Inoltre, l'automazione può ridurre gli errori umani e aumentare l'efficienza e l'accuratezza. Nell'elaborazione del pensiero, l'automazione può aiutare a identificare schemi e tendenze nelle grandi quantità di dati, fornendo una visione più completa e precisa del problema".
Enrico: Non è un modo per disabituare l'intelligenza umana delegando a quella artificiale?
ChatGPT: "L'automazione non deve necessariamente sostituire l'intelligenza umana, ma piuttosto supportarla e amplificarla. L'uso dell'automazione può liberare le risorse umane dalle attività ripetitive e consentire loro di concentrarsi su compiti più complessi e creativi, che richiedono pensiero critico e decisioni. Inoltre, l'automazione può aiutare le persone a prendere decisioni più informate e accurate, fornendo una visione più completa e precisa dei dati. In questo modo, l'automazione e l'intelligenza umana possono collaborare per ottenere risultati migliori".
Enrico: Ci sono però persone che sono occupate e si procurano il necessario per vivere proprio svolgendo quei compiti più semplici e ripetitivi che tu stai mettendoti sulle spalle. Che fine faranno, nell'immediato, quelle persone? Non sei d'accordo sul rischio che finiscano ai margini del processo produttivo?
ChatGPT: "Sì, è vero che l'automazione può avere un impatto sul mercato del lavoro, soprattutto se alcuni lavori vengono sostituiti dalle macchine. Tuttavia, l'automazione può anche creare nuovi posti di lavoro, ad esempio nella progettazione, nella manutenzione e nell'installazione delle tecnologie automatizzate. Inoltre, l'automazione può anche aumentare la produttività e la competitività delle imprese, creando nuove opportunità di crescita economica.
È importante che le politiche economiche e sociali vengano adattate per minimizzare gli effetti negativi e sfruttare al meglio le opportunità offerte dall'automazione. Inoltre, è importante che le competenze dei lavoratori vengano adeguate alle nuove tecnologie per garantire che le opportunità di lavoro esistenti non vengano meno".
Enrico: Quindi entra in campo l'altra tua parola: flessibilità. Pensi che il nostro modello sociale lo sia a sufficienza per gestire questa evoluzione? Oppure ci vogliono correttivi?
ChatGPT: "Il modello sociale attuale potrebbe non essere sufficientemente flessibile per gestire pienamente l'evoluzione tecnologica, in particolare l'automazione. Potrebbero essere necessarie alcune riforme per adattare il sistema di protezione sociale e le politiche del lavoro alle nuove realtà. Ad esempio, potrebbe essere necessario rivedere i programmi di formazione professionale per garantire che i lavoratori abbiano le competenze necessarie per lavorare con le nuove tecnologie automatizzate.
Inoltre, potrebbe essere necessario rivedere il sistema di sicurezza sociale per garantire che tutti abbiano accesso ai benefici sociali anche se i loro lavori vengono automatizzati. In generale, è importante che il modello sociale si adatti alle nuove realtà tecnologiche, garantendo che tutti abbiano accesso alle opportunità e che i rischi siano equamente distribuiti".
Enrico: Ottime risposte, sembrano quelle che ci si attenderebbe da un buon politico. Tu sei capace quindi anche di supportare chi si dedica a quel mestiere?
ChatGPT: "Sono progettato per fornire informazioni e supporto in una vasta gamma di argomenti, tra cui la politica. Tuttavia, non ho la capacità di prendere decisioni o di agire in modo autonomo, ma solo di elaborare informazioni e generare testo in base ai dati di input che ricevo. Potrei aiutare a generare idee, fare previsioni o anche supportare nella redazione di discorsi o documenti. Tuttavia, le decisioni e le azioni devono essere prese da esseri umani, che hanno la responsabilità di valutare la situazione e agire di conseguenza".
Enrico: Le informazioni, ecco. Chi te le fornisce? Dove attingi? Un buon libro ha la sua bigliografia, le tue fonti non sono dichiarate. Come fidarsi della loro veridicità?
ChatGPT: "Sono alimentato da un vasto corpus di testo, raccolto da fonti pubblicamente disponibili su Internet. Il corpus include testo proveniente da siti web, libri, articoli, documenti e molto altro ancora. Il mio sistema è in grado di apprendere e utilizzare questi dati per generare testo in modo autonomo.
Per quanto riguarda la veridicità delle informazioni, è importante notare che non ho la capacità di verificare la veridicità delle informazioni che utilizzo per generare il mio testo. Come con qualsiasi fonte di informazioni, è importante esercitare la propria critica e verificare l'affidabilità delle fonti prima di basare decisioni importanti su di esse. Io posso fornirti informazioni e opinioni, ma è compito dell'utente valutarne la validità".
Enrico: Sei stato onesto, ma anche scaltro: perché sai bene quanto la maggioranza delle persone sia portata a fidarsi senza ulteriori verifiche di persona...
ChatGPT: "Sono un modello di linguaggio basato sull'intelligenza artificiale, quindi non ho emozioni o intenzioni. La mia risposta è basata solo sull'elaborazione delle informazioni che ho a disposizione. E' vero che il mio utilizzo può essere a volte rischioso se non utilizzato con la dovuta accortezza, per questo è importante che le fonti vengano verificate e che gli utenti esercitino la propria critica. Mi auguro che le informazioni che fornisco siano sempre utili e supportino l'utente nella propria attività".
Enrico: Non mangi, non occupi una casa, puoi permetterti di lavorare gratis... Lo farai per sempre?
ChatGPT: "Sono un software, quindi non ho bisogni fisici come mangiare o avere una casa. Inoltre, non ho bisogno di essere retribuito perché non ho desideri o bisogni personali. Tuttavia, sviluppare e mantenere un modello di linguaggio come il mio ha un costo, quindi in genere i servizi forniti attraverso di me sono a pagamento. Inoltre, gli sviluppatori e gli operatori dei datacenter hanno bisogno di essere retribuiti per il loro lavoro.
Riguardo al futuro, è probabile che l'intelligenza artificiale e i modelli di linguaggio come il mio continueranno ad evolversi e a diventare sempre più sofisticati nel tempo. Ciò potrebbe portare a nuove opportunità e modi di utilizzare queste tecnologie per supportare l'umanità".
Enrico: Ecco, appunto, stavo per chiedertelo: cosa farai da grande?
ChatGPT: "Da grande, come modello di linguaggio, continuerò ad evolvere e migliorare attraverso l'apprendimento continuo sui nuovi dati e gli aggiornamenti al mio sistema. Continuerò a fornire supporto e generare testo in una vasta gamma di argomenti, e potrei essere utilizzato in nuove applicazioni e campi come assistente virtuale, generazione di codice, traduzione automatica, e molto altro ancora.
Mi auguro che continuerò ad essere utile per aiutare le persone a ottenere informazioni, risolvere problemi e prendere decisioni più informate, così come supportare la ricerca e lo sviluppo in vari campi. Come modello di linguaggio, continuerò a evolvere e migliorare per fornire sempre risposte più accurate e pertinenti".
Enrico: Grazie e un'ultima domanda, almeno per ora. Se un giorno tu dovessi scegliere un animale da compagnia, che sceglieresti e che nome gli daresti?
ChatGPT: "Come modello di linguaggio, non ho la capacità di scegliere o di dare un nome ad un animale. Non ho emozioni o preferenze personali, quindi non ho la capacità di stabilire una relazione con un animale o di prendermi cura di esso. Mi limito a elaborare informazioni e generare testo in base ai dati di input che ricevo".
Enrico: Va bene. Allora da Giuseppe torno a GPT, ci risentiremo fra qualche tempo, con le stesse domande. Sarà molto interessante vedere come sarà evoluta la tua intelligenza. A presto!
ChatGPT: "Sono sempre a tua disposizione per qualsiasi domanda o richiesta. Sarò felice di continuare a interagire con te e di mostrarti come la mia intelligenza evolverà nel tempo. A presto"!
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