Passeggiata di passione a Eicma 2022, fra elettriche e repliche delle vecchie glorie
Enrico Sbandi
Quelle che seguono sono le note prese durante una giornata in giro in #EICMA2022. Un Salone delle Due Ruote - non più ciclo e motociclo - che già nella denominazione marca il mood, la caduta della barriera fra motorizzazione e pedali sotto la spinta della propulsione elettrica. Una evoluzione che lascia poca emozione in chi, come me, ama motori, benzina e carburazione anche se finge di capirne molto di più di quanto effettivamente ne mastichi... L'unico elettrico che davvero mi piace è il vecchio "gasolone", il camion-furgone che finalmente ha smesso di buttare fumo grazie a rotore e batterie.
Lo spirito, quindi, è quello di emozioni in sequenza, che trovano specchio nella carrellata di foto. Chi vuole fare un giro in EICMA attraverso il mio filtro, dedichi dieci minuti a leggere e a guardare, poi mi dirà se sono stati ben spesi, o meno.
Partiamo dalla collettiva cinese, dove, accanto all'immancabile proliferazione di led, scooter, bici e calessini a batteria, quando c'è un serbatoio da riempire piacciono assai il ritorno agli anni '60 e alla vecchia Inghilterra. Se i cinesi fino a qualche anno fa riproponevano le jap più richieste facendone riproduzioni al limite della fotocopia, è la moto inglese degli anni '60 e '70 adesso la matrice più abusata, magari con pennellate simil café racer.
Poi ci sono produttori come #QJmotor che, per non sbagliare, copiano tutto: dalle Harley alle copie-delle-copie delle inglesi, dalle sport tourer giapponesi alle supersportive, passando per le mini moto, gli scooter, i quad… Non manca il clone della Vespa la cui sigla fantasiosa è VPS…
Allo stand #Piaggio, poco lontano, le linee retro danno un senso di sicurezza così come la #Vespa946 trasmette assolutamente la sintesi fra moderna perfezione e gusto delle origini. E da lì è un attimo per associazione di idee, pensare all'Italia che precorreva i tempi con i suoi scooter.
E fa specie vedere un marchio milanese che più milanese non si può come la #Lambretta assolutamente indianizzata, con una pelle che richiama il passato, ma esposta in uno stand freddo a partire dall’illuminazione, a dispetto di ogni buona volontà del Duomo di Milano usato come sfondo per l’immagine pubblicitaria.
Tanta attesa per la #GuzziMandello100 e il prodotto c'è. Emoziona? Speravo, perché è un po' che quel bicilindrico e quel cardano cominciano a tentare anche me, ma non mi ha lasciato molta traccia. Francamente mi colpisce di più notare la somiglianza della fusione del cardano della #GuzziV85TT di adesso con quella della BMW serie K del 1983...
E c’è chi come #Peugeot ammanta di mistero la propria presenza, coprendo con teli le due ruote che saranno svelate nella conferenza stampa del pomeriggio.
Allo stand #Kawasaki, oltre alle varie spade affilate con etichetta Green, merita un’occhiata la #Versys1000S anche se in una terribile colorazione nero amaranto metallizzato opaco… e poi ci sono i classici dalla #W800, la #Z650 e #Z900, con quegli accostamenti cromatici che abbiamo tutti nel cuore. Noi boomer, naturalmente.
Niente da fare, gli stand minori non riescono ad attirare la mia attenzione, sarà per questo tripudio di produzioni elettriche che francamente danno emozione zero, e per la moltiplicazione esponenziale di serbatoi carini, telai a vista e pneumatici intorno a motorizzazioni poco consistenti, che trasmettono la stessa sensazione posticcia delle troppe fanciulle-immagine già ritoccate a vent’anni che guadagnano la giornata e cercano gloria sedute in sella ai modelli sotto i riflettori.
Ecco perché poi quando vai nello stand del #SalonedelledueruotediLyon che si terrà il prossimo febbraio ci trovi un’#Honda750Four e capisci che cos’è una moto.
Poi senza neanche farlo apposta arrivi alla #Honda, quella di oggi, e ti strappa un sorriso il #Dax, brutto anatroccolo da sempre, reso addirittura bello dal tempo e dai led a manetta. In un angolo dello stand brilla la novità del momento, la #Transalp750, ancora una volta nel nome e nella citazione ancorata al passato: non a caso è esposta di fianco alla gloriosa 600 prima serie. In perfetto equilibrio di genere, a cavallo dei modelli rotanti in piattaforma si avvicendano uomini e donne. Non può mancare l’elettrico, con lo scooter #EM1, che sembra uscito dalla stessa matita che disegnò il vecchio Piaggio Zip, ma il pieno lo fa con una batteria - estraibile - che pare una tanica per la miscela.
Assenti #BMW, #KTM e #Husqvarna, #Triumph si prende la scena con le sue #1200Tiger, l’alternativa a tre cilindri ormai matura per competere nelle maxi enduro.
In casa #Fantic c’è sapore di nostalgia e la nuova versione del #Caballero700 con motore due cilindri. Maggiore sostanza, ma un filo di snellezza in meno rispetto alle versioni monocilindriche da mezzo litro, almeno nell’apparenza. Inutile fare il giro dello stand alla ricerca di un vecchio Caballero, quello vero…
#RoyalEnfield celebra il successo del British style giocando sul proprio imponente bicilindrico 650 nei diversi allestimenti, che riempiono di moto uno stand di anno in anno più affollato. Il fascino dello stile inglese fatto in India ma comunque sapientemente ripescato, riecheggiando mamma Triumph con prezzi d'attacco, colpisce.
BMW non c'è, si diceva, ma c'è #Voge che per BMW lavora. E a Monaco dovrebbero cominciare ad aver paura di questa concorrenza, perché quando una #Valico900 mette a terra 96,5 cavalli, dotazioni di tutto rispetto e si presenta straordinariamente bene non si tratta più di subfornitori, ma si comincia a parlare di competizione. A pelle, qualcosa di diverso, superiore rispetto alla ben dotata, economica, ma più fiacca Benelli TRK 502.
#Yamaha è sempre stata la più snob fra le giapponesi e si può dire che conservi questa sua caratteristica, perché se sfodera una #Tenéré700 in versione 2023 sempre seducente, con la #Tracer9GTplus mette in strada un mezzo davvero accattivante per la linea sobriamente aggressiva e tanta sostanza.
Poi insegui l'altra outsider nelle maxi enduro, che sta a KTM come Voge a BMW, vai allo stand #CF in cerca delle 800 e trovi invece la presentazione in anteprima del nuovo brand elettrico destinato alla genZ. Si chiama #ZEHO, prodotto di punta svelato - letteralmente - durante lo speech è #Magnet, scooter da 150 km all’ora, 200 km di autonomia con batterie al litio che lo spingono in 2,6 secondi a 50 km/h.
Ma poi ci si sposta di qualche metro per trovare una vecchia conoscenza, la #Benelli una volta di Pesaro, poi scomparsa, finalmente leader del mercato delle due ruote con la sua #TRK502 che mette su cubatura e muscoli passando a 700 cm³ per una commercializzazione prevista nella prossima primavera e un ulteriore versione di 800 cc. per la quale non esiste ancora data certa di uscita.
Da una storica che ce l’ha fatta a una che ci sta provando, la #Morini, che chiama #6 1/2 la sua bicilindrica da 649 cc. e 61 cavalli, anche le colorazioni cercano di essere evocative, con quale risultato di gradimento non è ancora dato sapere.
Il giro si imbatte in un’altra delle big made in Japan, quella #Suzuki che pur avendo abdicato ai GP non risparmia la pubblicità della sua #Hayabusa mostrando immagini dai circuiti.
Il vuoto delle boxer bavaresi mi viene colmato dalla scelta da buongustai dello stand della minimoto da GP #Ohvale che ha in bella mostra una #BMWR80 g/s. Le opere d'arte stanno bene ovunque.
E poi le #Ducati: orgoglio italiano in grande spolvero, freschi di mondiale MotoGP, protagonisti assoluti anche nelle maxienduro con le #Multistrada1200. Marchio importante per sognatori dal portafoglio fornito che ormai dribblano i bicilindrici tedeschi e austriaci e virano sull'italiana di Borgo Panigale. I giornalisti orientali allo stand si sprecano, foto a palla, per copiare c’è tempo.
Conclusioni, non da esperto, ma da appassionato che tanto avrebbe voluto venir via con una moto da sognare, e invece gli tocca rinviare all'anno prossimo.
Due le sensazioni prevalenti: la prima è che ormai l’elettrico stia dappertutto, e qui non si scopre l’America. L’elettrificazione assottiglia il confine tra la bicicletta e la moto, e questo è un altro elemento di cui si deve tenere conto. Fermi restando che comunque la passione tuttora vuole benzina e rumore, anche se abbinata a tutta la sostenibilità di questa terra, e si àncora a forme e immagini dei gloriosi anni 70 e 80. E per questo che, negli appunti - estremamente parziali - a consuntivo di una giornata in fiera, condizionati dalle mie attitudini e dalla mia passione, mi lascia traccia nella testa solo un nuovo brand destinato alla generazione Z, ma per la presentazione e per l'enfasi, non per quello scooter elettrico che, in tutta franchezza, non farò nulla per provare.
p.s.: e comunque, a giudicare dalle limitate promesse di autonomia anche dei modelli annunciati con maggiore enfasi, con uno scooter elettrico si va in ufficio e basta. per viaggiare il termico resta insostituibile. e a me piacciono i chilometri
Lo spirito, quindi, è quello di emozioni in sequenza, che trovano specchio nella carrellata di foto. Chi vuole fare un giro in EICMA attraverso il mio filtro, dedichi dieci minuti a leggere e a guardare, poi mi dirà se sono stati ben spesi, o meno.
Partiamo dalla collettiva cinese, dove, accanto all'immancabile proliferazione di led, scooter, bici e calessini a batteria, quando c'è un serbatoio da riempire piacciono assai il ritorno agli anni '60 e alla vecchia Inghilterra. Se i cinesi fino a qualche anno fa riproponevano le jap più richieste facendone riproduzioni al limite della fotocopia, è la moto inglese degli anni '60 e '70 adesso la matrice più abusata, magari con pennellate simil café racer.
Poi ci sono produttori come #QJmotor che, per non sbagliare, copiano tutto: dalle Harley alle copie-delle-copie delle inglesi, dalle sport tourer giapponesi alle supersportive, passando per le mini moto, gli scooter, i quad… Non manca il clone della Vespa la cui sigla fantasiosa è VPS…
Allo stand #Piaggio, poco lontano, le linee retro danno un senso di sicurezza così come la #Vespa946 trasmette assolutamente la sintesi fra moderna perfezione e gusto delle origini. E da lì è un attimo per associazione di idee, pensare all'Italia che precorreva i tempi con i suoi scooter.
E fa specie vedere un marchio milanese che più milanese non si può come la #Lambretta assolutamente indianizzata, con una pelle che richiama il passato, ma esposta in uno stand freddo a partire dall’illuminazione, a dispetto di ogni buona volontà del Duomo di Milano usato come sfondo per l’immagine pubblicitaria.
Tanta attesa per la #GuzziMandello100 e il prodotto c'è. Emoziona? Speravo, perché è un po' che quel bicilindrico e quel cardano cominciano a tentare anche me, ma non mi ha lasciato molta traccia. Francamente mi colpisce di più notare la somiglianza della fusione del cardano della #GuzziV85TT di adesso con quella della BMW serie K del 1983...
E c’è chi come #Peugeot ammanta di mistero la propria presenza, coprendo con teli le due ruote che saranno svelate nella conferenza stampa del pomeriggio.
Allo stand #Kawasaki, oltre alle varie spade affilate con etichetta Green, merita un’occhiata la #Versys1000S anche se in una terribile colorazione nero amaranto metallizzato opaco… e poi ci sono i classici dalla #W800, la #Z650 e #Z900, con quegli accostamenti cromatici che abbiamo tutti nel cuore. Noi boomer, naturalmente.
Niente da fare, gli stand minori non riescono ad attirare la mia attenzione, sarà per questo tripudio di produzioni elettriche che francamente danno emozione zero, e per la moltiplicazione esponenziale di serbatoi carini, telai a vista e pneumatici intorno a motorizzazioni poco consistenti, che trasmettono la stessa sensazione posticcia delle troppe fanciulle-immagine già ritoccate a vent’anni che guadagnano la giornata e cercano gloria sedute in sella ai modelli sotto i riflettori.
Ecco perché poi quando vai nello stand del #SalonedelledueruotediLyon che si terrà il prossimo febbraio ci trovi un’#Honda750Four e capisci che cos’è una moto.
Poi senza neanche farlo apposta arrivi alla #Honda, quella di oggi, e ti strappa un sorriso il #Dax, brutto anatroccolo da sempre, reso addirittura bello dal tempo e dai led a manetta. In un angolo dello stand brilla la novità del momento, la #Transalp750, ancora una volta nel nome e nella citazione ancorata al passato: non a caso è esposta di fianco alla gloriosa 600 prima serie. In perfetto equilibrio di genere, a cavallo dei modelli rotanti in piattaforma si avvicendano uomini e donne. Non può mancare l’elettrico, con lo scooter #EM1, che sembra uscito dalla stessa matita che disegnò il vecchio Piaggio Zip, ma il pieno lo fa con una batteria - estraibile - che pare una tanica per la miscela.
Assenti #BMW, #KTM e #Husqvarna, #Triumph si prende la scena con le sue #1200Tiger, l’alternativa a tre cilindri ormai matura per competere nelle maxi enduro.
In casa #Fantic c’è sapore di nostalgia e la nuova versione del #Caballero700 con motore due cilindri. Maggiore sostanza, ma un filo di snellezza in meno rispetto alle versioni monocilindriche da mezzo litro, almeno nell’apparenza. Inutile fare il giro dello stand alla ricerca di un vecchio Caballero, quello vero…
#RoyalEnfield celebra il successo del British style giocando sul proprio imponente bicilindrico 650 nei diversi allestimenti, che riempiono di moto uno stand di anno in anno più affollato. Il fascino dello stile inglese fatto in India ma comunque sapientemente ripescato, riecheggiando mamma Triumph con prezzi d'attacco, colpisce.
BMW non c'è, si diceva, ma c'è #Voge che per BMW lavora. E a Monaco dovrebbero cominciare ad aver paura di questa concorrenza, perché quando una #Valico900 mette a terra 96,5 cavalli, dotazioni di tutto rispetto e si presenta straordinariamente bene non si tratta più di subfornitori, ma si comincia a parlare di competizione. A pelle, qualcosa di diverso, superiore rispetto alla ben dotata, economica, ma più fiacca Benelli TRK 502.
#Yamaha è sempre stata la più snob fra le giapponesi e si può dire che conservi questa sua caratteristica, perché se sfodera una #Tenéré700 in versione 2023 sempre seducente, con la #Tracer9GTplus mette in strada un mezzo davvero accattivante per la linea sobriamente aggressiva e tanta sostanza.
Poi insegui l'altra outsider nelle maxi enduro, che sta a KTM come Voge a BMW, vai allo stand #CF in cerca delle 800 e trovi invece la presentazione in anteprima del nuovo brand elettrico destinato alla genZ. Si chiama #ZEHO, prodotto di punta svelato - letteralmente - durante lo speech è #Magnet, scooter da 150 km all’ora, 200 km di autonomia con batterie al litio che lo spingono in 2,6 secondi a 50 km/h.
Ma poi ci si sposta di qualche metro per trovare una vecchia conoscenza, la #Benelli una volta di Pesaro, poi scomparsa, finalmente leader del mercato delle due ruote con la sua #TRK502 che mette su cubatura e muscoli passando a 700 cm³ per una commercializzazione prevista nella prossima primavera e un ulteriore versione di 800 cc. per la quale non esiste ancora data certa di uscita.
Da una storica che ce l’ha fatta a una che ci sta provando, la #Morini, che chiama #6 1/2 la sua bicilindrica da 649 cc. e 61 cavalli, anche le colorazioni cercano di essere evocative, con quale risultato di gradimento non è ancora dato sapere.
Il giro si imbatte in un’altra delle big made in Japan, quella #Suzuki che pur avendo abdicato ai GP non risparmia la pubblicità della sua #Hayabusa mostrando immagini dai circuiti.
Il vuoto delle boxer bavaresi mi viene colmato dalla scelta da buongustai dello stand della minimoto da GP #Ohvale che ha in bella mostra una #BMWR80 g/s. Le opere d'arte stanno bene ovunque.
E poi le #Ducati: orgoglio italiano in grande spolvero, freschi di mondiale MotoGP, protagonisti assoluti anche nelle maxienduro con le #Multistrada1200. Marchio importante per sognatori dal portafoglio fornito che ormai dribblano i bicilindrici tedeschi e austriaci e virano sull'italiana di Borgo Panigale. I giornalisti orientali allo stand si sprecano, foto a palla, per copiare c’è tempo.
Conclusioni, non da esperto, ma da appassionato che tanto avrebbe voluto venir via con una moto da sognare, e invece gli tocca rinviare all'anno prossimo.
Due le sensazioni prevalenti: la prima è che ormai l’elettrico stia dappertutto, e qui non si scopre l’America. L’elettrificazione assottiglia il confine tra la bicicletta e la moto, e questo è un altro elemento di cui si deve tenere conto. Fermi restando che comunque la passione tuttora vuole benzina e rumore, anche se abbinata a tutta la sostenibilità di questa terra, e si àncora a forme e immagini dei gloriosi anni 70 e 80. E per questo che, negli appunti - estremamente parziali - a consuntivo di una giornata in fiera, condizionati dalle mie attitudini e dalla mia passione, mi lascia traccia nella testa solo un nuovo brand destinato alla generazione Z, ma per la presentazione e per l'enfasi, non per quello scooter elettrico che, in tutta franchezza, non farò nulla per provare.
p.s.: e comunque, a giudicare dalle limitate promesse di autonomia anche dei modelli annunciati con maggiore enfasi, con uno scooter elettrico si va in ufficio e basta. per viaggiare il termico resta insostituibile. e a me piacciono i chilometri
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