Nel fragore dello scandalo Facebook, Amazon Prime aumenta il prezzo dell'80%
Da 19,90 a 36 euro. In un colpo solo. Aumenta dell'80%, per gli utenti italiani, il prezzo di Amazon Prime, il servizio di spedizione "gratuita", meglio dire "flat", per un gran numero di articoli venduti attraverso la piattaforma elettronica di Jeff Bezos, a partire dal 4 aprile.
Con una comunicazione di quelle che la maggior parte delle persone finisce per trascurare, Amazon informa via e-mail che la quota annua passa a 36€, al posto dei precedenti 19,99€ (cifra che nella e-mail principale non viene indicata). Operazione commerciale assolutamente lecita (negli Usa Prime costa 99$ l'anno), ancorché operata in maniera francamente poco chiara e trasparente, considerata la portata dell'aumento e, almeno, rispetto alle modalità alle quali Amazon ha abituato la propria clientela. Oltre alla spedizione gratuita degli articoli (non tutti, esiste parte considerevole di merci in vendita sulla piattaforma non ottenibile attraverso il servizio Prime, quindi la spedizione resta da pagare a parte) Amazon Prime distribuisce anche contenuti video digitali attraverso un proprio canale, assimilabile a Netflix.
Un aumento così considerevole, che probabilmente finirà per essere accettato dalla gran parte degli utenti, anche considerando che non mutano le condizioni di rinnovo automatico, significa che Amazon, oltre a fare cassa, alza le barriere con cui recinta il proprio marketplace, usa la leva psicologica della spedizione già pagata a monte con tariffa flat, in modo da motivare gli utenti a non ricorrere ad altre piattaforme nelle quali al prezzo degli articoli va aggiunto quello della spedizione. Due conti su quanto Amazon incassa con Prime, considerando che nel mondo si stimano circa 65 milioni di utenti del servizio, portano a cifre astronomiche, nell'ordine dei miliardi di dollari (sarebbero circa 2,5 se valesse per tutti la tariffa praticata in Italia, ma in realtà sono molti di più considerando il prezzo Usa di 99$).
Poi, tutti liberi di concentrarsi in questi giorni sull’uso - fraudolento o borderline - dei dati di Facebook, che intanto, e chi sa fino a quando, resta gratis…
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